Foyer Giacomo Torelli
Interno III Piano
Foyer Sala Verdi
GIACOMO TORELLI
Scenografo e scenotecnico, (Fano, 1 ottobre 1604 –17 giugno 1678).
Diffusore di una tecnica scenica nuova derivata da quella fiorentina in sviluppo da oltre un secolo e da lui portata al massimo funzionamento, il Torelli va considerato tra i fondatori di una nuova estetica dello spettacolo alla cui istituzione collaborarono, seguendolo, musicisti e poeti.
È documentata una sua attività giovanile a Fano dove nel carnevale 1637 curò l’allestimento del Filarmindo di Ridolfo Campeggi nella Sala della Commedia. Trasferitosi a Venezia, nel 1641 ottenne un successo clamoroso come inventore delle cosidette “mutazioni a vista” per il melodramma La finta pazza (testo di Giulio Strozzi e musiche di Francesco Sacrati) posto in scena nel Teatro Novissimo da lui progettato. Seguirono con successi analoghi il Bellerofonte nel 1642, La Venere gelosa nel 1643, la Deidamia e Ulisse errante nel 1644. Si trasferì a Parigi nel 1645 dove si fece conoscere replicando il successo de La finta pazza al Petit Bourbon da lui completamente rinnovato.
Fu poi la volta dell’Orfeo con musiche di Luigi Rossi nel rinnovato teatro del Palais Royal (1647), della Andromède di Corneille nel 1650 e delle fastosissime Noces de Pelée e Thetis con musiche di Carlo Caproli nel 1654. Contemporaneamente venne affidata a Torelli (le Grand Sorcier) anche la realizzazione dei fastosi balletti che Luigi XIV (le Roi Soleil) e la sua corte organizzavano al Louvre.
Ultimo spettacolo torelliano in Francia Les Facheux di Molière a Vaux-le-Vicomte. Rientrato in patria nel 1660, fra il 1665 e il 1677, progettò e realizzò per Fano il primo Teatro della Fortuna, ubicandolo all’interno della vecchia Sala della Commedia, al piano superiore del trecentesco Palazzo del Podestà, curandone anche l’allestimento dello spettacolo inaugurale: Il trionfo della continenza considerato in Scipione l’Africano con musiche di Alessandro Melani (6-26 giugno 1677).
Molte stampe e disegni documentano l’attività teatrale veneziana e parigina del Torelli; a Fano si conserva anche un’analoga serie di quadretti a olio, oltre ad alcune grandi tele a tempera con scene torelliane oggi poste nel ridotto superiore del Teatro della Fortuna, unitamente alle quattro stature lignee che ornavano un tempo il boccascena dell’antico omonimo teatro torelliano.
A cura del prof. Franco Battistelli.