VORREI UNA VOCE

sab 7 giugno, ore 21.00

di e con Tindaro Granata
con le canzoni di Mina
ispirato dall’incontro con le detenute-attrici del teatro Piccolo Shakespeare
all’interno della Casa Circondariale di Messina
nell’ambito del progetto Il Teatro per Sognare di D’aRteventi diretto da Daniela Ursino
disegno luci Luigi Biondi
costumi Aurora Damanti
regista assistente Alessandro Bandini
produzione LAC Lugano Arte e Cultura
in collaborazione con Proxima Res
partner di produzione Gruppo Ospedaliero Moncucco

Scritto e interpretato da Tindaro Granata, Vorrei una voce è uno spettacolo in forma di monologo costruito attraverso le canzoni di Mina cantate in playback, fortemente ispirato dal lungo percorso teatrale che l’autore e attore siciliano ha realizzato al Teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina con le detenute di alta sicurezza, nell’ambito del progetto Il Teatro per Sognare. Il fulcro della drammaturgia è il sogno: perdere la capacità di sognare significa far morire una parte di sé. Vorrei una voce è dedicato a coloro i quali hanno perso la capacità di farlo.

 Ero un giovane uomo, lavoravo, avevo una casa, una macchina e soprattutto persone che miamavano, ma avevo smesso di provare gioia per quello che facevo, non credevo più in me stesso e inniente. Non so come sia successo. Un giorno mi sono svegliato e non mi sonosentito più felice, né di fare il mio lavoro né di progettare qualsiasi altra cosa. Quando mi arrivò latelefonata di Daniela Ursino, direttore artistico del teatro Piccolo Shakespeare all’interno della CasaCircondariale di Messina, con la proposta di fare un progetto teatrale con le detenute ‘per farlerivivere, sognare ritrovando una femminilità perduta’, capii, dopo averle incontrate, che erano comeme, o forse io ero come loro: non sognavamo più. Guardandole mi sono sentito recluso, da mestesso, imbruttito da me stesso, impoverito da me stesso. Avevo dissipato, inconsapevolmente, quelbene prezioso che dovrebbe possedere ogni essere umano: la libertà. Proposi così di fare quello chefacevo da ragazzo quando ascoltavo le canzoni di Mina: interpretavo le mie storie fantastiche con lasua voce.

Con le detenute abbiamo messo in scena l’ultimo concerto live di Mina, tenutosi alla Bussola il 23 agosto 1978. L’idea era quella di entrare nei propri ricordi, in un proprio spazio, dove tutto sarebbe stato possibile, recuperando una femminilità annullata, la libertà di espressione della propria anima e del proprio corpo, in un luogo che, per forza di cose, tende quotidianamente ad annullare tutto questo. Ognuna di loro aveva a disposizione due canzoni di Mina e, attraverso il canto in playback, doveva trasmettere la forza e la potenza della propria storia per liberarsi da pensieri, angosce, fallimenti di una vita. Mi sono trovato, con loro, a cercare il senso di tutto quello che avevo fatto fino ad allora. Non voglio e non posso portare in scena le mie ragazze del Piccolo Shakespeare di Messina, perché quello che abbiamo fatto dentro quel luogo di libertà che sta dentro un carcere è giusto che rimanga con loro e per loro. In Vorrei una voce in scena ci sono solo io, delle ragazze mi porto i loro occhi, i gesti, le loro lacrime e i sorrisi. Grazie a loro racconto storie di persone che dalla vita vogliono un riscatto importante: vogliono l’amore per la vita, quella spinta forte ed irruente che ti permette di riuscire a sopportare tutto, a fare tutto affinché si possa realizzare un sogno. Tindaro Granata

 

Scarica
il programma

Biglietteria

 

 

Scarica
il programma

Biglietteria

Copyright © Fondazione Teatro della Fortuna - Piazza XX Settembre n.1 - 61032 Fano (PU) - Tel. 0721 827092/830742 - Fax 0721 1797396 - P.IVA: 02281400412
Botteghino: Tel. 0721 800750 - Fax 0721827443 - email: botteghino@teatrodellafortuna.it

Torna su