Concerti di Primavera - Premio Bigonzi
Concerti di Primavera a cura di Saul Salucci
in collaborazione con
Orchestra Sinfonica G. Rossini
venerdi 18 maggio 2012
PREMIO BIGONZI
direttore Daniele Agiman
violoncello solista Gabriele Geminiani
Orchestra Sinfonica G. Rossini
programma
CAMILLE SAINT-SAËNS Concerto n. 1 in la minore per violoncello e orchestra, op. 33
Allegro risoluto, Animato, Pochissimo meno, Molto vivace
Andante, Poco agitato, A tempo (tranquillo)
Allegro molto vivace, Molto tranquillo, Tempo primo
PЁTR IL’IČ ČAJKOVSKIJ Sinfonia n. 5 in mi minore, op. 64
Andante. Allegro con anima
Andante cantabile, con alcuna licenza
Valse: Allegro moderato
Finale: Andante maestos. Allegro vivace
Un tributo al suo quarto appuntamento: il Premio Bigonzi, istituito in memoria del primo violino Antonio Bigonzi, annoverato tra i più grandi musicisti che la città di Fano abbia mai avuto. Bigonzi è stato uno dei fondatori dell'Orchestra Sinfonica Rossini e suo direttore artistico fino alla prematura scomparsa nel 2008.
Con la volontà, ad ogni primavera, di onorare con il premio un musicista che sulle orme di Bigonzi si sia distinto per meriti e talento, quest'anno è la volta di Gabriele Geminiani, pesarese affermatosi ad altissimo livello. Geminiani, primo violoncello dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, si esibirà accompagnato dall'Orchestra Sinfonica G. Rossini diretta da Daniele Agiman.
Note al programma
Il progetto era ambizioso ma realizzabile, per i francesi e i russi, dagli anni Settanta dell’Ottocento: accerchiare a tenaglia la musica tedesca che sembrava essere l’unica a potere fornire un modello formale e armonico per la musica strumentale e batterla sul suo stesso terreno, mostrando come un altro mondo musicale e un altro modo di comporre fossero possibili.
All’inizio non fu facile abbandonare il fascino del cromatismo e la comodità di strutture acquisite da tempo non solo dai compositori ma anche dagli ascoltatori; ma poi, pian piano, quasi senza accorgersene, il pubblico cominciò ad abituarsi anche alle dissonanze senza tensioni dei francesi e alla ripetizione di piccoli frammenti caratterizzati timbricamente dei russi. Si abituò alla musica che conteneva il ricordo del passato lontano, che andava dal Settecento fino al gregoriano dei Francesi (che tanto ricordavano le analoghe esperienze dei preraffaelliti) e al sapore nostalgico della musica popolare dei Russi (che si affiancavano al nazionalismo che stava coinvolgendo l’Europa dell’est).
Saint-Saens l’anno prima della composizione del Concerto per violoncello (del 1872) aveva fondato la Societé Nationale de Musique, il cui titolo era tutto un programma: liberare la musica francese dal romanticismo tedesco recuperando rigore formale e culto del passato (francese) associati a un’espressività controllata ed elegante. E il Concerto è simbolo del nuovo modo di comporre ‘alla francese’: niente tempi separati, ma una costruzione unitaria con evidenti ‘sezioni’ espressive differenti la cui unità è garantita da elementi tematici comuni, l’integrazione tra solista e orchestra e il ritorno alle forme antiche (come il ‘minuetto’ nella parte centrale), senza rinunciare però a quella quota di virtuosismo in grado di scatenare l’applauso finale.
Di tutt’altro segno è invece il nazionalismo di Čajkovskij, legato all’humus popolare il cui uso va però ben al di là della semplice citazione di temi pseudoslavi, per diventare realizzazione musicale della psicologia di un artista e di una nazione. Lo dimostra la Sinfonia n. 5 (1888) della quale lo stesso autore scriveva: “Voglio lavorare accanitamente; sento in me l’impulso fortissimo di dimostrare non soltanto agli altri ma a me stesso che la mia capacità di comporre non è esaurita”. Nonostante l’entusiasmo dell’autore, alla prima esecuzione la sinfonia ottenne un successo scarsissimo e fu totalmente dimenticata. Forse perché il pubblico percepiva l’intrinseco pessimismo del tema dominante, quello della lotta dell’Uomo col Fato, dove il Destino vince e diviene guida di un mondo oscuro e pessimistico che tutto travolge. Il “tema del destino”, affidato al clarinetto all’inizio dell’introduzione, sarà sempre presente, fino alla fine dove la tonalità maggiore non simboleggia il trionfo della ragione sulle forze oscure, ma la rassegnazione dell’umanità di fronte ad esse. (Maria Chiara Mazzi)
Gabriele Geminiani violoncello
Nato a Pesaro si è diplomato con il massimo dei voti, lode e menzione d' onore ed ha seguito i corsi di perfezionamento presso l' Accademia "Chigiana" di Siena con M. Maisky e A. Meneses e per la Musica da Camera con il Trio di Trieste, corsi di Musica da Camera presso l'Accademia "Incontri col Maestro " di Imola con P. N. Masi, all'Accademia "Angelica Costantiniana" con K. Bogino e ancora corsi con P. Vernikov e A. Menieur.
Nel 1997 ha conseguito il premio speciale al concorso internazionale "M. Rostropovich ", e nell' ottobre del 2002 è stato invitato ad esibirsi in occasione del venticinquennale dell' istituzione del concorso sotto ladirezione dello stesso Rostropovich.
Nel 1998 vince il concorso per 1° violoncello presso l' O. R. T. di Firenze e l’anno dopo quello per 1° violoncello dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, ruolo che ancora ricopre.
Ha collaborato con celebri direttori e solisti quali M. Whun-Chung, G. Sinopoli, W. Sawallisch, Y. Temirkanov, L. Maazel, C. Abbado, R. Muti, G. Pretre, M. Rostropovich, D. Gatti, G. Dudamel, V. Gergiev, K Masur, A. Lonquich, M. Campanella, L. Di Bella, A. Dindo, A. Carbonare, Y. Kikuchi, A. Caiello, A. Oliva, G. Cascioli, S. Shoji, L. De Fusco, R. Christ, L. Kavakos, M. Brunello e M. Argerich.
Ha collaborato come 1° violoncello con l'Orchestra Filarmonica della Scala, Orchestra Mozart, Symphonica d'Italia ed è stato invitato a far parte dell'Orchestra del Lucerna Festival nel tour 2011 con C. Abbado e della
Mahler Chamber Orchestra nel tour con E. Gardiner. Collabora, inoltre, da qualche anno con la Human Rights Orchestra, creata in difesa dei diritti umani.
Ha effettuato in qualità di 1° violoncello tournée in tutto il mondo suonando in alcune delle più prestigiose sale da concerto come la Philarmonie di Berlino, Suntory Hall di Tokyo, Sala delle Colonne, Tchaikovsky Concert Hall, The Great Hall of Conservatoire di Mosca, Teatro Marinsky di San Pietroburgo, Auditorio Nacional di Madrid, Palau de la Musica e Auditori di Barcelona, Salle Pleyel di Parigi, Royal Albert Hall di Londra, Concertgebouw di Amsterdam, Musikverein di Vienna, KKL di Lucerna e nei più prestigiosi teatri italiani.
Da poco ha costituito il trio d'archi "Architetture" insieme al violinista G. Pieranunzi e al violista F. Fiore. Suona un violoncello "Carlo Giuseppe Oddone" del 1903.
Daniele Agiman direttore
È tra i direttori d’orchestra italiani più attivi a livello internazionale. In Corea del Sud e Giappone è ospite regolare delle più prestigiose istituzioni, in particolare in campo operistico. Ha inoltre diretto in Argentina, Sud Africa, Francia, Germania, Romania, Svizzera, Georgia, Russia. Nel dicembre 1992 ha debuttato al Konzerthaus di Vienna ed al Brucknerhaus di Linz, su invito della Wiener Kammerorchester.
In seguito all’affermazione al 1° Concorso Mario Gusella (primo classificato assoluto, 1991), viene invitato da tutte le più importanti orchestre italiane (Orchestra della Toscana, Pomeriggi Musicali, Filarmonica Marchigiana, Sinfonica Abruzzese, Solisti Aquilani) e nei più prestigiosi teatri (Teatro Regio di Torino, Teatro delle Muse di Ancona, Comunale di Modena, Lauro Rossi di Macerata, Teatro Lirico di Cagliari, Pergolesi di Jesi, Teatri Comunali di Belluno, Corridonia e Taranto in occasione delle rispettive riaperture) e stagioni concertistiche (Stagione Lirica di Como, stagione estiva di Macerata, Festival della Valle dei Templi di Agrigento).
Si è particolarmente impegnato nella diffusione e valorizzazione della produzione di autori contemporanei, dirigendo tra l’altro molte prime esecuzioni di compositori italiani.
Ha ricoperto, o ricopre tuttora, l’incarico di Direttore Artistico e Musicale de “I Madrigalisti Ambrosiani”, 1995/1996, Direttore Musicale della Stagione Lirica autunnale del Palazzo dei Congressi di Lugano, 1995/1998, Direttore Artistico del Laboratorio Lirico del Conservatorio “G. Verdi” di Milano, 2000/2002, Direttore Principale dell’Orchestra Benedetto Marcello di Teramo, 2000/2005, Consulente Artistico per l’Opera Italiana del Teatro di Stato di Taegu (Corea del Sud) e della Kyushu City Opera (Giappone) dal 1995, Direttore Musicale per le produzioni orchestrali dell’Associazione “Ab Harmoniae”, Direttore Musicale e Consulente Artistico per i progetti operistici del Festival “Pergine Spettacolo Aperto”, Direttore Ospite Principale della Shizuoka Symphony Orchestra, 2006/2009, Direttore Principale dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini di Pesaro dal 2009.
È titolare della cattedra di Direzione d’Orchestra presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Dal marzo 2007 è Professore Onorario di Direzione d’Orchestra presso l’Università Kurashiki Sakuyo in Giappone.