Cello Rocks: Giovanni Gnocchi
dom 31 marzo 2019, ore 17.00
Musiche di F. Gulda, A. Dvořák
Direttore Daniele Agiman
Violoncello Giovanni Gnocchi
Orchestra Sinfonica G. Rossini
In programma il “Concerto” per violoncello e orchestra di fiati del leggendario Friedrich Gulda (1930 - 2000). Pianista austriaco fortemente carismatico, geniale e sregolato, molti lo ricorderanno per le straordinarie interpretazioni dell’opera pianistica di Bach, Mozart e Beethoven. L’universo classico gli stava molto stretto e decise quindi di aprirsi ad altri generi, in particolare il jazz, che lo porteranno ad esibirsi con artisti come Herbie Hancock, Chick Korea e Joe Zawinul. Il suo Concerto per violoncello e orchestra di fiati composto nel 1980, dedicato al violoncellista Heinrich Schiff e ispirato alla Zauberflöte di Mozart, è fra i suoi lavori più amati e conosciuti. Di forte matrice polistilistica è costruito su una debordante fantasia motivica, carica ritmica e frequenti mutazioni atmosferiche percorse da una formidabile tensione emotiva che avvolge e avvince l’ascoltatore in modo dirompente. Nel suo eclettismo polistilistico anche Alfred Schnittke (1934 - 1998) aveva introdotto elementi di jazz e musica popolare in un lavoro imponente come la sua Prima Sinfonia, ispirata al bellissimo film documentario Eppure credo. Il mondo oggi (Mosfilm, 1976) realizzato da Mikhail Romm. Nell’organico della sinfonia è previsto infatti anche l’impiego di una jazz-band. Rispetto all’impegno artistico di grande compositore sinfonico quale era Schnittke, Gulda evidenzia un approccio più disinvolto, scanzonato e sicuramente anche meno intellettuale nel suo associare jazz e classico in modo altamente singolare. L’organico orchestrale prevede i seguenti strumenti: violoncello solista, chitarra elettrica, contrabbasso, batteria (con tamburino e triangolo), due fagotti, due oboi, ottavino, flauto traverso, due clarinetti, due corni, due trombe, trombone e tuba. La partitura è articolata in cinque movimenti: “Ouvertüre”, “Idylle”, “Cadenza”, “Menuett”, “Finale alla marcia”. Davvero formidabile la “Cadenza”, culmine della partitura, in cui l’orchestra tace e il solista si lancia in un folle e complesso percorso musicale attraverso disparate esperienze stilistiche, da Bach fino al rock con portentosi virtuosismi e stacchi improvvisati. Semplicemente irresistibile e galvanizzante poi il “Finale alla marcia”, giocoso caleidoscopio motivico in cui il compositore intesse in modo geniale ritmi di polka, banda militare e richiami jazzistici.
PROGRAMMA:
F. Gulda, Concerto per violoncello, orchestra di fiati e jazz band
A. Dvorak, Serenata in re min. per strumenti a fiato, violoncello e contrabbasso op. 44