LA CASA DISABITATA

sab 24 agosto 2024, ore 21.00

Melodramma giocoso in due atti

Prima esecuzione assoluta in epoca moderna
Musica di Lauro Rossi, libretto di Jacopo Ferretti
Revisione di Damiano Cerutti su I falsi monetari II versione 1844
In collaborazione con Accademia Rossiniana “Alberto Zedda” del Rossini Opera Festival

Antonio Mandrillo, Don Raimondo Lopez
Matteo Mancini, Don Isidoro
Tamar Ugrekhelidze, Annetta
Giuseppe Toia, Don Eutichio della Castagna
Vittoriana De Amicis, Sinforosa
Martin Csölley, Alberto
Jennifer Turri, Ines

Enrico Lombardi, direttore
Cristina Pietrantonio, regista 

Coro del Teatro della Fortuna
Mirca Rosciani, maestro del coro
Orchestra Sinfonica G. Rossini

TRAMA DELL’OPERA - di Cristina Pietrantonio

 

Atto primo

“Vasto sotterraneo della casa disabitata”

Don Isidoro utilizza il sotterraneo del palazzo del suo capo, Don Raimondo, per ospitare una stamperia clandestina di monete. È un boss malavitoso, duro e spietato, con una debolezza: si è invaghito di una ragazza del paese, Annetta, che non vuole saperne di lui. Così l’ha fatta rapire.

Alberto, suo aiutante, la trascina nel sotterraneo. Isidoro spera di “comprarla” con la vista delle monete d’oro. All'ennesimo rifiuto di Annetta, Don Isidoro la minaccia di morte.

“Piazzetta del mercato”

Contadini e contadine accolgono Ines, appena arrivata in paese. La mettono in guardia contro la maledizione della casa disabitata, che dicono infestata dai fantasmi, ma lei non ci crede. La folla indica a Ines il proprietario della casa, Don Raimondo, che è disposto ad affittare gratis il suo palazzo pur di porre fine alle dicerie che lo dipingono come maledetto. Oltre al problema della casa, Don Raimondo è preoccupato per la scomparsa di Annetta, di cui è pure lui innamorato.

Sulla piazza arrivano Eutichio e Sinforosa, uno spiantato e pretenzioso poeta e sua moglie. I due pretendono di mostrarsi giovani, belli e di successo. Ma la loro realtà è ben diversa sotto tutti questi aspetti. Sfrattati per insolvenza dalla loro abitazione, non sanno dove andare a dormire. Eutichio muore di fame e continua ad occhieggiare i banchi del mercato. Sinforosa, che è gelosissima, crede che stia guardando le contadine e gli fa una scenata. Quando Eutichio scopre che c’è un intero palazzo a disposizione gratis, si candida subito per abitarlo, infischiandosi della sua cattiva fama. Isidoro, che assiste alla scena, si prepara ad allestire una messa in scena ben congegnata, con rumori e apparizioni, tale da far scappare a gambe levate anche questo inquilino.

“Vecchio palazzo disabitato di Don Raimondo”

Annetta, prigioniera all’interno della casa, continua a rifiutare la corte di Isidoro, che la minaccia nuovamente di morte. Lei è convinta che se gli tiene testa avrà più probabilità di prendere tempo e trovare il modo di fuggire. Don Isidoro la trascina via perché sta per arrivare il nuovo inquilino.

Eutichio entra in casa, introdotto da Alberto, con il suo misero bagaglio e le sue carte. Si prepara a passare lì da solo la prima notte, perché Sinforosa non si spaventi quando i fantasmi, come tutti in paese sostengono e come Don Isidoro e Don Raimondo gli confermano, si presenteranno puntuali al cader delle tenebre. Sinforosa però è gelosissima e viene a verificare che il marito non abbia inventato tutto per tradirla. Così dopo aver ispezionato la stanza vi chiude dentro il povero Eutichio.

Atto secondo

"Piccolo boschetto con vari viali"

I falsari si sono dati appuntamento con Don Isidoro per orchestrare la recita che terrorizzerà Eutichio. Don Raimondo, però, questa volta assiste non visto e capisce che il suo fidato braccio destro è in realtà un malfattore che si sta arricchendo a sue spese. Finge però di non aver sentito nulla e lo saluta da amico, dicendogli, per sviarne eventuali sospetti, che ha deciso di partire per mare a cercare Annetta.

"Camera nella casa disabitata"

Eutichio è chiuso dentro e per passare la notte sta cercando di riscrivere il finale di “Don Giovanni”. I falsari inscenano una danza di fantasmi uscendo da passaggi segreti e terrorizzano il povero Eutichio. Il coro dei finti fantasmi ha appena finito la sua recita quando, ruzzolando da un ennesimo passaggio segreto, entra in scena Annetta, che è riuscita a fuggire. Eutichio sulle prime scambia anche lei per un fantasma, ma Annetta gli spiega che è una prigioniera fuggita e che quella dei fantasmi è solo una recita per tenere lontani testimoni dagli affari della gang dei falsari.

Arriva all’improvviso Sinforosa, per controllare che Eutichio sia lì buono e lo trova con la bellissima e giovane Annetta. Ne segue un litigio furibondo, cui pone fine un plateale svenimento di Sinforosa.

Entrando da un ulteriore passaggio segreto, li sorprende Don Isidoro, ancora travestito da fantasma. Eutichio, che si ritrova in mano la pistola che aveva preparato per difendersi, ma non era riuscito ad afferrare per il gran terrore durante le apparizioni spettrali, gli spara. Sopraggiunge Don Raimondo con soldati e servitù, che buttano giù la porta. Don Isidoro fugge. Mentre Don Raimondo riabbraccia Annetta, anche Eutichio e Sinforosa fanno pace. Don Raimondo per ricompensarli di aver contribuito a risolvere il mistero e a ristabilire la reputazione del palazzo smascherando Isidoro, offre ai due un compenso in denaro, oltre alla possibilità di restare ad abitare lì.

Le due coppie vengono festeggiate dal coro per la felicità ritrovata.

NOTE DI REGIA - di Cristina Pietrantonio

C’era una volta “una casa ampia e spaziosa, ma maledetta e mortifera. Nel silenzio della notte si sentiva un suono di ferraglia e, se si ascoltava con maggior attenzione, uno strepito di catene dapprima più lontano, poi vicinissimo... La casa rimase dunque abbandonata e condannata alla solitudine...; tuttavia veniva offerta al pubblico, sia che qualcuno, ignaro di un problema così grave, volesse comprarla, sia che volesse affittarla“.

Una descrizione sorprendentemente simile a quella del nostro libretto compare in una lettera di Plinio il Giovane, ma case abitate da fantasmi si trovano già nei poemi omerici e questo topos letterario diventa tra le fine del Settecento e l'Ottocento una vera e propria moda nella quale si inserisce il plot di Jacopo Ferretti.

La possibilità di lavorare su un'estetica gotica, dark e stravagante è ghiotta anche per il pubblico contemporaneo, meglio ancora se ispirata al mondo onirico di Tim Burton, riferimento estetico per il lavoro di ambientazione scenica fatto insieme ai ragazzi del liceo Mengaroni di Pesaro.

La lugubre casa infestata è cornice ideale per fare da cornice all'azione di personaggi non convenzionali: da Don Raimondo (imprenditore “illuminato” che cerca di ristabilire la reputazione del palazzetto e del paese che lo ospita, invitando degli “influencer” ad abitarvi gratis) al suo contraltare Don Isidoro (classico “cattivo” che trova un punto debole nella sua accecante passione per Annetta). Lo stalking di Isidoro, che di fronte alla resistenza della ragazza sfocia in rapimento e minacce di morte, ci offre la possibilità di parlare di consenso nelle relazioni, un tema di scottante attualità.

Anche personaggi femminili sono interessanti, dalla citata Annetta (ragazza piena di coraggio e risorse che riesce a tenere testa ad Isidoro e a sopravvivere a mesi di prigionia, trovando alla fine il modo di scappare), alla grottesca Sinforosa (che maschera età e condizione economica sotto un pesante travestimento).

La coppia comica, che vede il poeta fallito Eutichio, come la moglie, pretendere di fermare il tempo in un'età dell'oro di successo, bellezza, giovinezza e ricchezza, forse da sempre solo sognata, risulta in fondo tenera perché i due, nonostante tutto, continuano ad amarsi davvero.

Il finale dell'opera mi dà un ulteriore spunto: senzatetto e “irregolari” vengono accolti in una proprietà messa a disposizione come bene comune dopo averla liberata dalle attività illecite che vi si svolgevano. Un'occasione di festa sottolineata dal colore, che fa finalmente irruzione sulla scena a salutare un evento che mi auguro possa continuare a verificarsi quotidianamente sotto i nostri occhi.

 

Scarica
il programma

Biglietteria

 

 

Scarica
il programma

Biglietteria

Copyright © Fondazione Teatro della Fortuna - Piazza XX Settembre n.1 - 61032 Fano (PU) - Tel. 0721 827092/830742 - Fax 0721 1797396 - P.IVA: 02281400412
Botteghino: Tel. 0721 800750 - Fax 0721827443 - email: botteghino@teatrodellafortuna.it

Torna su